mercoledì 11 maggio 2016

In vetrina: Mi chiamavano Meme...

Dedichiamo questo articolo a una delle prime cantanti della radio italiana: la Signora Meme Bianchi, che approdò all'Eiar quando questa era, dal punto di vista musicale, ancora in fase di vera e propria strutturazione, prima  dell'avvento delle Orchestre dirette da Pippo Barzizza e successivamente dell'onnipresente Cinico Angelini.



La Bianchi fa parte insomma, se così potremmo permetterci di dire, di un periodo prenuragico del nostro primo mezzo di comunicazione di massa.

Alla radio trovava più che altro spazio (nelle poco numerose ore di trasmissione) molta musica colta: lirica e classica, tuttalpiù l'operetta di cui lei era stata apprezzata interprete in molti teatri italiani.
Eppure la sua voce e quella di Nuccia Natali erano diventate da subito popolarissime ai non moltissimi possessori di un apparecchio radiofonico. 
Figlia e nipote di due Soprani, venne già da ragazzina istruita all'uso della voce e all'impostazione di essa;  Meme, però, mostrò da subito attitudini personalissime nel modulare quest'ultima in modo diverso e più moderno rispetto ai canoni dell'epoca.
Il maestro Mariotti, che poi diventerà suo marito, e soprattutto il dover preparare per la radio pezzi che spesso non erano forse, propriamente per le sue corde, fecero il resto e in poco tempo Meme Bianchi divenne bravissima nel rendere la sua voce duttile e modernissima pur rimanendo al tempo stesso impostata nei canoni imposti dalla moda del tempo.

Cantò praticanmente di tutto e con tutti.
Sono famosi i suoi duetti con le voce maschili della radio del tempo (Rabagliati compreso) di cui purtroppo non esistono testimonianze discografiche visto che per ragioni di etichetta
(Fonit agli albori,Odeon per quasi tutta la sua carriera,Voce del Padrone e Philips negli ultimi anni)
la Bianchi era costretta a reincidere i suoi successi radiofonici del tempo in nuove versioni e dunque solo con le voci maschili della Odeon: Aldo Masseglia (prima), Nino Amorevoli e Aldo Visconti (molto più spesso), poi.

Molte anche le Orchestre che l'hanno accompagnata in tanti anni di carriera.
Discograficamente ci piace però ricordare quella di Enzo Ceragioli con la quale ha forse inciso i suoi successi più belli, oltre che quella del marito Mariotti.

Il disco che di lei vi vogliamo proporre è un Odeon contrassegnato dal numero di catalogo GO 12928 risalente all'incirca al 1937. Fa parte di una serie di incisioni nella quale Meme venne affiancata al pianoforte dal maestro Franco Bergamini. Un esperimento voluto dai direttori artistici dell'Odeon volto alla riproposizione di alcuni dei maggiori successi del periodo (o di qualche anno prima),in chiave più intimista,che preferisce il solo accompagnamento del pianoforte, alle più sofisticate atmosfere e arrangiamenti delle grandi orchestre del tempo. Eppure anche così, in versione estremamente "sobria" la bravura e l'estro di Meme Bianchi riescono a confezionare piccoli grandi capolavori.

Smoke gets in your eyes, tradotta da Calibi in "Fumo negli occhi" inserita anche nel film "Roberta" e "Mezzanotte triste", con il testo di Bracchi e cantata in quegli anni anche da Daniele Serra, acquistano dalla voce di Meme Bianchi un fascino particolarissimo, sicuramente unico,rispetto alle probabilmente centinaia di interpretazioni che soprattutto di "Fumo negli occhi" sono state realizzate allora e ancora negli anni futuri.



Che aggiungere… godetevi questa chicca discografica e alla prossima .
                                                                                                                                Massimo Baldino

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