domenica 8 novembre 2015

8 novembre 1934, il Nobel a Pirandello

L'8 novembre del 1934 lo scrittore siciliano Luigi Pirandello riceveva il Premio Nobel per la Letteratura "per il suo audace e ingegnoso rilancio dell’arte drammatica e scenica".

Pirandello nacque a Villaseta, contrada Caos, vicino ad Agrigento. Così lui descrive la sua nascita


“Una notte di giugno
caddi come una lucciola
sotto un gran pino solitario
in una campagna
d’olivi saraceni
affacciata agli orti
d’un altipiano
d’argille azzurre
sul mare africano”.



La casa è diventata un Museo: alle pareti ci sono le foto e le locandine degli spettacoli tratti dalle sue opere. E oggi lo scrittore (morto nel 1936), "riposa" proprio nel luogo in cui amava passeggiare e rilassarsi, dove c'era quel "gran pino solitario" da cui si domina il "mare africano". Lì, infatti, ci sono le sue ceneri.





Pirandello ha una lontana parentela con lo scrittore Andrea Camilleri, il "papà" del Commissario Montalbano. I due si incontrarono solo una volta, quando il premio Nobel andò a trovare la cugina (nonna di Andrea Camilleri, che all'epoca era un bambino). Camilleri descrive quest'incontro nel libro "Il gioco della mosca". 

[...] un pomeriggio, verso le tre di dopopranzo, mentre me ne stavo in mutande a leggere un libro della collana Mondadori che si chiamava Il romanzo dei ragazzi, e i miei saporitamente dormivano — faceva caldo — sentii bussare alla porta e andai ad aprire. Il cuore mi fece un balzo. Davanti a me c'era un vecchio che mi sembrò gigantesco, con la barba a pizzo, vestito con una divisa che pareva d'ammiraglio, feluca, mantello, spadino, alamari, oro a non finire ricamato dovunque. Non sapevo allora che quella era la divisa di accademico d'Italia. Mi guardò, mi domandò con un accento delle nostre parti:
«Tu sei nipote di Carolina Camilleri?».
«Sì» risposi tremando, quell'uomo era veramente scantusu.
«Me la puoi chiamare? Digli che c'è Luigino Pirandello che la vuole vedere».
Entrai nella camera della nonna, la svegliai scuotendola.
«Nonna, di là c'è uno che si chiama Luigino Pirandello».
La nonna saltò dal letto, buttò stralunata i piedi per terra, ebbi l'impressione che si fosse messa a lamentarsi mentre affannosamente si rivestiva. La sua reazione mi spaventò di più. Corsi in camera da letto dei miei genitori, li svegliai, dissi che di là c'era un uomo scantusu che si chiamava Pirandello e che voleva vedere nonna Carolina. La reazione di papà e mamma letteralmente mi atterrì. Scappai verso un rifugio che sapevo sicuro ma prima ebbi modo di vedere lo scantusu e mia nonna abbracciati, lei piangeva, lui la teneva stretta, le batteva una mano dietro le spalle e diceva che pareva si lamentasse:«Ah, la nostra giovinezza! La nostra giovinezza! » [...]




Con questa simpatica descrizione di Pirandello "u scantusu" (spaventoso, n.d.r.) agli occhi di un bambino ignaro di avere di fronte a sé un mostro sacro della Letteratura e della Drammaturgia, vogliamo ricordare il grande Premio Nobel.






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